Un pomeriggio indimenticabile


Il sole cocente del pomeriggio si insinuava attraverso le ampie vetrate della casa, dipingendo riflessi dorati sul parquet lucido. L’aria all’interno era fresca, profumata di candele aromatiche e pulizia impeccabile. Clara si muoveva con l’eleganza di chi conosce il potere del proprio corpo, consapevole di ogni sguardo che poteva catturare. I suoi lunghi capelli castani, sciolti e leggermente ondulati, le accarezzavano le spalle. Gli occhi erano verdi, brillanti e decisi.

Le curve morbide dei fianchi si univano a una vita sottile che sembrava fatta per essere ammirata, mentre il seno pieno, fermo, sembrava sfidare la gravità sotto il tessuto leggero del suo top. Le gambe, lunghe e toniche, erano messe in risalto dai leggings attillati che avvolgevano ogni centimetro come una seconda pelle.

Clara aprì la porta d’ingresso con un sorriso. Matteo si trovò davanti a lei, con un’espressione imbarazzata e gli occhiali che scivolavano leggermente sul naso per il sudore. La maglietta attillata rivelava la sua corporatura ancora acerba, mentre lo zaino penzolava da una spalla, come se fosse stato gettato lì di fretta.

“Matteo, ciao! Vieni pure dentro,” disse Clara con un tono caldo, quasi familiare, ma che sembrava nascondere qualcosa di più. “Luca non è ancora tornato, ma puoi aspettarlo qui. Fa caldo là fuori, no?”

Matteo si schiarì la gola, il rossore che si faceva strada sulle guance. “Sì… un po’. Grazie,” rispose, abbassando lo sguardo come per evitare il magnetismo di Clara. Ma non ci riuscì del tutto: gli occhi tradirono la loro curiosità, indugiando per un momento sul petto della donna.

Clara sorrise tra sé, divertita dall’innocenza e dall’imbarazzo del ragazzo. “Accomodati pure,” disse, indicando il divano. “Io devo finire la mia sessione di yoga.”

Matteo si sedette. Il suo sguardo continuava a seguire Clara, che si era spostata nella sala adiacente. La donna si abbassò lentamente sul tappetino da yoga, muovendosi con una grazia naturale.

Dopo pochi minuti, Clara si alzò, sistemandosi i capelli con un gesto rapido e deciso. “Una doccia ci vuole proprio,” annunciò, quasi come se stesse parlando tra sé e sé, ma abbastanza forte da essere sentita. Si diresse verso il bagno, con passi lenti, lasciando dietro di sé una scia di profumo dolce e speziato.

Matteo sentì il rumore dell’acqua scorrere e cercò di concentrarsi sul libro che aveva tirato fuori dallo zaino. Ma la porta del bagno, socchiusa, attirò il suo sguardo. Dentro, il vapore cominciava a formarsi, avvolgendo Clara in una nebbiolina sensuale. La donna si era fermata davanti allo specchio, osservandosi con calma.

Clara sollevò il top, rivelando la pelle liscia del ventre e poi il seno, perfettamente pieno e tondo, libero da ogni costrizione. Lo lasciò cadere a terra con noncuranza, passandosi una mano sul fianco, come per sentire il calore del proprio corpo. Poi fece scivolare i leggings, abbassandoli lentamente lungo le gambe. Ogni centimetro di pelle veniva scoperto sembrava brillare alla luce morbida del bagno, fino a quando rimase completamente nuda.

Si girò verso la doccia, lasciando che Matteo intravedesse il profilo del suo corpo mentre l’acqua cominciava a scorrere.

Matteo si alzò, come se il suo corpo agisse senza il consenso della mente. Arrivò davanti alla porta socchiusa e si fermò, trattenendo il fiato. La visione di Clara sotto il getto d’acqua lo paralizzò. Le gocce scivolavano lungo la sua pelle come se fossero attratte da ogni curva: il seno che si alzava e si abbassava al ritmo del respiro, il ventre piatto, e la linea sensuale della schiena che scivolava verso i glutei perfetti.

Clara lo notò. Si voltò leggermente, il sorriso che si allargava sul suo volto come se lo avesse aspettato lì, in quel momento.

“Ti serve qualcosa, Matteo?” chiese, con una voce morbida e provocante. Non c’era traccia di sorpresa nella sua espressione, solo una scintilla di malizia.

Matteo restò immobile sulla soglia, incapace di rispondere o di distogliere lo sguardo. Clara, ancora sotto il getto d’acqua, si avvicinò lentamente alla porta, il corpo che scintillava come se fosse stato scolpito nell’oro. I suoi occhi verdi, carichi di una calma decisa, si posarono su di lui con una curiosità quasi giocosa.

“Sei curioso, vero?” domandò, inclinando leggermente la testa mentre un sorriso sottile le curvava le labbra. “Hai guardato abbastanza. Ora, vieni qui.”

La sua voce era un ordine mascherato da invito. Matteo deglutì a fatica, il cuore gli batteva tanto forte da far tremare il petto. Avanzò di un passo, poi un altro, finché non si trovò dentro il bagno. Il calore del vapore lo avvolse, facendo appannare gli occhiali, che si tolse con un gesto rapido e incerto.

Clara lo studiò per un momento, poi si avvicinò ancora di più. Ora erano separati solo da pochi centimetri. L’odore della sua pelle, mescolato al sapone e al calore dell’acqua, lo inebriava. Lei gli passò una mano lungo la guancia, sfiorandolo con delicatezza, ma il suo sguardo era fermo, quasi predatorio.

“Spogliati,” sussurrò, le parole pronunciate con una semplicità che sembrava sfidare ogni esitazione. “Non c’è bisogno di fingere che non lo desideri.”

Matteo esitò, il rossore gli bruciava il viso e il collo, ma il comando di Clara era troppo forte da ignorare. Con mani tremanti, iniziò a togliersi la maglietta, rivelando un petto magro, ancora immaturo, ma teso dall’eccitazione. Poi abbassò i pantaloni, rimanendo con gli slip che non riuscivano a nascondere la sua evidente eccitazione.

Clara lo osservò, il sorriso che si allargava leggermente. “Tutto,” disse, con un tono che non lasciava spazio a dubbi.

Quando Matteo si liberò anche degli slip, rimanendo nudo davanti a lei, Clara fece un passo indietro, come per osservarlo meglio. Il suo sguardo scese lentamente lungo il suo corpo, fermandosi per un momento sul suo cazzo.

“Non male,” commentò, con un tono leggero, quasi divertito, mentre si avvicinava di nuovo. Prese la sua mano e la guidò verso di sé, posandola sul proprio seno. Matteo rimase immobile per un istante, incapace di credere a ciò che stava accadendo. La sensazione della pelle morbida e calda sotto le dita lo travolse. Clara lo osservò, aspettando il momento in cui lui finalmente si mosse, sfiorando con cautela la curva perfetta.

“Più forte,” gli disse, inclinando il capo verso di lui. “Non devi avere paura.”

Matteo obbedì, stringendo con più decisione, e Clara lasciò che un sospiro le sfuggisse dalle labbra, un suono basso, appena percettibile, che lo fece tremare. Si avvicinò ancora di più, la sua pelle bagnata che ora sfiorava quella di Matteo, e abbassò lentamente lo sguardo verso di lui.

“Lasciati andare,” sussurrò, scendendo con le mani lungo il suo corpo, le unghie che graffiavano appena la pelle giovane e tesa. Si inginocchiò davanti a lui, i lunghi capelli che le scivolavano sulle spalle nude, e si fermò per un istante, osservandolo dal basso con un sorriso carico di malizia.

“Sei già così pronto,” disse, mordendosi il labbro inferiore. Poi, senza ulteriori esitazioni, lo prese tra le mani, avvolgendolo con una lentezza studiata. La sua bocca si aprì, calda e morbida, accogliendolo poco alla volta, mentre Matteo emise un gemito strozzato.

Clara si mosse con maestria, alternando movimenti profondi e lenti a piccole pause, durante le quali il suo sguardo si alzava verso di lui, catturando ogni sua reazione. La sua lingua tracciava cerchi lenti, giocando con lui, mentre le mani si muovevano in sincronia. Matteo, incapace di contenersi, si aggrappò al bordo del lavandino, il respiro spezzato, i gemiti che si facevano sempre più intensi.

Clara continuava, godendosi ogni momento di quella danza provocante, sapendo di avere il controllo completo, di essere la padrona di quel gioco. Il suo sorriso, ogni tanto, tradiva quanto si stesse divertendo a vedere Matteo perdere ogni resistenza, abbandonandosi completamente al piacere che lei stava creando.

Matteo era ormai perso in un vortice di piacere che non aveva mai immaginato di poter provare. Le mani tremavano, il respiro era spezzato, e il suo corpo sembrava seguire il ritmo imposto da Clara senza il minimo controllo. Lei si mosse con calma, lasciando che la sua bocca si staccasse da lui con un ultimo, lento movimento. Si rialzò, i capelli umidi che le cadevano sulle spalle come una cascata scura, e lo guardò con un sorriso carico di sfida.

“Non ho ancora finito con te,” gli sussurrò, portandosi le dita alle labbra, come se volesse assaporare il momento. Poi si girò, camminando verso il bordo della vasca.

“Vieni qui,” ordinò, il tono basso ma deciso. Matteo, ancora stordito dall’intensità di quanto appena accaduto, la seguì senza esitazioni. Si avvicinò alla vasca, dove Clara si era piegata leggermente in avanti, appoggiando le mani sul bordo. La curva della sua schiena si inarcava in un modo che metteva in risalto i suoi fianchi pieni e invitanti.

“Mi hai guardata per tanto tempo, vero?” chiese, senza voltarsi, la voce un misto di complicità e provocazione. “Ora è il momento di fare qualcosa.”

Matteo annuì, incapace di trovare le parole. Clara si voltò appena, un sorriso malizioso sulle labbra, e con un gesto lento si passò una mano sui fianchi, scivolando lungo le cosce. “Voglio che mi prendi da dietro,” disse, con una calma che sembrava quasi innaturale. “Adesso.”

Le parole colpirono Matteo come un fulmine, facendogli salire il desiderio a un livello che non pensava possibile. Si avvicinò a lei, le mani che tremavano mentre si posavano sui suoi fianchi. La sensazione della sua pelle liscia sotto le dita lo fece rabbrividire. Clara emise un piccolo sospiro di approvazione, muovendosi leggermente contro di lui, come a guidarlo.

“Vai piano,” sussurrò, girandosi appena per guardarlo negli occhi. “Per ora.”

Matteo seguì il suo comando, posizionandosi dietro di lei con una cautela che tradiva la sua inesperienza. Clara, però, prese l’iniziativa, spingendosi leggermente contro di lui, guidandolo con una lentezza studiata. Quando finalmente entrò in lei, entrambi emisero un gemito, il corpo di Matteo che si tendeva per trattenere il piacere travolgente, mentre quello di Clara si muoveva con una grazia fluida e sensuale.

“Così,” sussurrò Clara, il respiro spezzato. “Adesso muoviti. Sempre più velocemente.”

Le sue parole sembravano risvegliare qualcosa in Matteo, che cominciò a muoversi con più sicurezza, seguendo il ritmo che Clara gli imponeva con i movimenti del suo corpo.

Clara, nel frattempo, si lasciava andare completamente, il piacere che si leggeva sul suo viso e nel modo in cui il suo corpo si tendeva e si rilassava sotto il tocco di Matteo. Le sue mani si aggrapparono al bordo della vasca, mentre inclinava la testa all’indietro, i capelli che le cadevano lungo la schiena come una cascata scura.

“Sei così bravo,” mormorò, la voce un sussurro caldo e avvolgente.

Clara si lasciava andare completamente, i suoi gemiti che si facevano sempre più intensi, ogni suono un segnale che spingeva Matteo a continuare. “Così,” mormorò, la voce spezzata dal piacere. “Non fermarti… sei perfetto.”

Matteo, ormai travolto dal desiderio, intensificò i suoi movimenti contro Clara. Il rumore del bagno era invaso dai loro gemiti e dal suono dei corpi che si incontravano in un ritmo sempre più frenetico. Clara, piegata in avanti, il culo perfetto e invitante che si muoveva contro di lui, si voltò leggermente per guardarlo, il viso segnato dal piacere e dalla pura malizia.

“Non fermarti,” ansimò, spingendosi ancora di più contro di lui. “Voglio sentire ogni centimetro del tuo cazzo dentro di me.”

Quelle parole spinsero Matteo oltre ogni esitazione. Afferrò i suoi fianchi con più forza, sentendo il calore della sua pelle sotto le dita, e cominciò a muoversi più velocemente, il suo respiro affannoso che si mescolava con i gemiti profondi di Clara. Ogni spinta sembrava risvegliare nuovi gemiti dalla bocca di lei, che si aggrappava al bordo della vasca per mantenere l’equilibrio.

“Sì… così,” gemette Clara, alzando leggermente la testa. “Riempi la mia figa… fammi sentire che non puoi resistere a me.”

Matteo, ormai vicino al limite, si ritirò improvvisamente, come se il suo corpo sapesse che il momento finale era arrivato. Clara si voltò completamente, scendendo sulle ginocchia con una naturalezza e un’eleganza disarmanti. Le sue mani si posarono sul proprio seno, stringendo le tette con forza mentre lo guardava con un sorriso provocante.

“Voglio la tua sborra qui,” disse, spingendo le tette verso l’alto. “Voglio sentirti venire su di me.”

Matteo, incapace di resistere un secondo di più, afferrò il proprio cazzo, guidato dallo sguardo ipnotico di Clara. Con un gemito strozzato, il suo corpo si tese, e un’ondata di piacere lo travolse. Il suo seme esplose in fiotti caldi, schizzando sulle tette di Clara, che si lasciò andare a un gemito soddisfatto mentre lo guardava con uno sguardo che mescolava desiderio e trionfo.

“Bravo,” disse Clara, passandosi una mano sul seno, spalmando la sborra sulla pelle liscia e lucente. “Hai fatto esattamente quello che volevo.”

Si alzò con calma, avvicinandosi a lui e posandogli un bacio lento sulle labbra. “Hai tanto da imparare,” mormorò con un sussurro carico di promesse. “Ma sei già un allievo promettente.”

Matteo, ancora senza fiato, la guardava incredulo mentre Clara si voltava, dirigendosi verso la doccia. Il suo culo, ancora perfettamente scolpito, ondeggiava leggermente mentre apriva l’acqua, lasciando che il vapore riempisse di nuovo il bagno.

“Non dimenticarti di tornare,” disse con un sorriso malizioso, senza voltarsi. “Abbiamo ancora tanto da fare.”

Matteo annuì lentamente, incapace di distogliere lo sguardo.

Sono @eroticpolpo

28 anni vissuti nel mondo digitale. Di notte non dormo e scrivo libri e racconti erotici con lo pseudonimo di Damian Margi. @eroticpolpo è il blog dove raccolgo tutte le mie creazioni.

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